Le specie aliene

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    LE SPECIE ALIENE.
    Le specie aliene sono alcune specie esposte ad ambienti “nuovi” che ne favoriscono la diffusione, che possono manifestare caratteristiche di invasività con conseguenze sulla biodiversità e sull’ecosistema. Tali specie, definite “specie invasive” o “specie aliene” e rappresentano generalmente una piccola percentuale di specie le cui popolazioni si adattano nel nuovo ambiente e mostrano una elevata capacità di dispersione, reale o potenziale, con effetti negativi sulla diversità biologica e sugli ecosistemi. Le specie aliene sono considerate tra le cause di riduzione della biodiversità dovuta all’alterazione degli equilibri preda-predatore e ai meccanismi di competizione sulle risorse, alla diffusione di. In alcuni casi tali effetti possono avere anche ripercussioni economiche nei diversi settori produttivi.
    Sono definite autoctone le specie, sottospecie o popolazioni presenti sul territorio nazionale o su parte di esso, qualora vi siano giunte o si siano originate senza l’intervento (intenzionale o accidentale) diretto dell’uomo. Le specie, animali o vegetali che, pur non essendo originarie del territorio italiano, vi siano giunte per intervento intenzionale o involontario dell’uomo – e quindi naturalizzate – anteriormente al 1500 d.C. sono definite para-autoctone.
    L’Italia è uno dei paesi Europei maggiormente colpiti dalle invasioni biologiche, grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche. I risultati di alcune ricerche indicano che nel nostro Paese sono presenti oltre duemila specie alloctone. Di queste, la maggior parte è terrestre e solo centoventi sono marine; tuttavia il Mediterraneo è uno dei bacini più colpiti dal fenomeno.
    In alcuni Paesi è tassativamente vietato entrare in un porto con lo scafo incrostato di organismi (è il caso dell’Australia e della Nuova Zelanda). In Europa non esiste al momento una simile legislazione: in attesa di provvedimenti nazionali o comunitari, occorre però sensibilizzare chi pratica la navigazione e promuovere comportamenti “virtuosi”, come la pulizia frequente dello scafo, che possono aiutare a contrastare la diffusione di alieni nocivi.
    Le specie aliene hanno ormai occupato il Mar Mediterraneo: più di 800 quelle segnalate e di queste circa 600 vivrebbero ormai stabilmente nel Mare Nostrum. Un numero, quello dei ritrovamenti di specie alloctone nel Mediterraneo, che è triplicato dal 1980, mentre è raddoppiato negli altri mari. Lo scorso anno solo sulle coste della nostra Penisola sono state segnalate almeno 186 specie esotiche, di cui 55 vegetali e 131 animali, senza considerare gli orgasmi unicellulari.
    Oltre ai pesci, alcune alghe invasive possono provocare impatti severi sugli habitat naturali ricoprendo i fondali e mettendo a rischio la salute degli ecosistemi costieri. Alcune alghe, introdotte tramite le acque di zavorra, possono incidere gravemente sulle risorse di pesca con seri impatti per il settore.
    A preoccupare particolarmente è la veloce espansione geografica del pesce scorpione, originario del Mar Rosso e altamente invasivo, dotato di spine dorsali e pelviche velenose che possono causare punture molto dolorose. Ha già raggiunto le coste tunisine e un individuo è stato osservato lungo le coste siciliane, si prevede un’ulteriore espansione geografica nei prossimi anni. Il rischio riguarda principalmente i possibili impatti ecologici di questo nuovo predatore. Inoltre, pescatori e sub che possono pescarli o avvicinarli durante le immersioni devono stare molto attenti a non pungersi. Altra specie potenzialmente pericolosa è il pesce palla maculato, di origine tropicale e altamente tossico al consumo.
    Si riconosce dalla presenza di puntini scuri sul dorso e la banda argentea sui fianchi. Le mandibole sono provviste di due grandi denti molto taglienti. Avvistato per la prima volta nel Mar Mediterraneo nel 2003, in paesi come Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Israele ed Egitto si sono registrati diversi casi di intossicazione alimentare, alcuni dei quali letali. Nel 2013 è stato rinvenuto il primo esemplare in acque italiane, a Lampedusa. Altre specie ittiche invasive sono il pesce flauto, e il pesce coniglio, dotato di spine velenose.

    Nicola Di Battista
    Psicologo / Psicoterapeuta, Assistente alla comunicazione per sordi e ciechi con l’uso del Braille e della Lingua Italiana dei Segni – Dattilologia, Mediatore Familiare, Specializzato con Master in Psicologia Oncologica. Presidente dell’Organizzazione di Volontariato Care The Oceans.

    Contatti:
    Pagina Facebook: care the oceans organizzazione di volontariato
    Indirizzo di posta elettronica: caretheoceans@gmail.com
    Numero telefonico e Whats App: 327/5941319

    CARE THE OCEANS
    L’organizzazione di Volontariato Care The Oceans nasce per difesa della flora e fauna acquatica dei mari, dei fiumi e dei laghi, promuovendo pulizie coste e fondali, formazione sensibilizzazione per grandi e piccini, progetti educativi nelle scuole, programmi di ricerca e di integrazione e sensibilizzazione per persone in svantaggio bio – psico – sociale, attraverso il coinvolgerli nelle nostre attività e presentandogli in nostro operato.
    Non ultimo utilizza audio – interviste, il Braille, la Lingua Italiana dei Segni (LIS) / Dattilologia e la Comunicazione Aumentativa Alternativa per sensibilizzare al rispetto sia della flora e fauna acquatica e che della biodiversità quante più persone possibili, adattandoci, noi, alle loro modalità comunicative. Collabora con Comuni, Enti nazionali, Enti locali, Associazioni, Didattiche subacquee, Diving Center, Scuole pubbliche e private, Agenzie di Promozione Sociale e Circoli subacquei.

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